“Ho iniziato a truccarmi per sentirmi vicina a mia madre, oggi sono una professionista del make-up”

“Ho iniziato a truccarmi per sentirmi vicina a mia madre, oggi sono una professionista del make-up”. Erika Truffelli ci racconta il suo percorso artistico, dall’infanzia fino all’approdo a MBA – Making Beauty Academy.

Erika Truffelli, ex allieva MBA – Making Beauty Academy, ci racconta com’è nata la sua passione per il make-up, tra i trucchi della mamma e il disegno artistico. Scopri dov’è riuscita ad arrivare grazie alla formazione professionale di MBA – Making Beauty Academy. 

Studiare make-up è una scelta difficile e faticosa, ma se la fai con passione e dedizione, può portarti dove non avresti mai pensato. La storia di Erika, ex allieva MBA – Making Beauty Academy, testimonia quanto siano importanti l’impegno, la passione e il coraggio di andare fuori dalla propria comfort zone. Abbiamo deciso di intervistarla per rispondere ai dubbi e le curiosità più frequenti degli aspiranti make-up artist che si accingono ad intraprendere questo percorso. 

  • Ci racconti in breve che lavoro fai oggi?  

Erika: Con grande gioia posso dire che sono una make-up artist a tempo pieno. Ho scelto di operare su Torino, che, essendo più piccola di altre realtà come Milano, ha un mercato più variegato, in cui è raro specializzarsi in un’unica branca del make-up (moda, effetti speciali, bodypainting, pubblicità ecc.). Di conseguenza, per il momento mi tengo molte porte aperte, cerco di cogliere tutte le occasioni che mi capitano. Sono ancora nei primi cinque anni di carriera e ho tanto da imparare, prendo tutto come un’occasione di crescita: shooting fotografici, cataloghi, pubblicità, cinema, clienti privati, spose e molto altro. Il mio giro si sta espandendo e spero continui così. 

  • Com’è nata la tua passione per il make-up?  

Erika: Mi è sempre piaciuto disegnare, in particolare figure femminili, volti, occhi, diverse fisionomie di donne. Il trucco l’ho conosciuto grazie a mia madre, una donna a cui piaceva molto giocare con il suo aspetto: indossava lenti colorate già negli anni ’90 e si truccava con molta cura. Da bambina guardavo affascinata questo suo rituale, la vedevo come una forma d’arte sul volto, mi ricordava i miei disegni. Quando mia madre è venuta a mancare, io, che fino a quel momento ero stata un maschiaccio, ho cominciato ad avvicinarmi al trucco attraverso i suoi cosmetici rimasti in casa e ho iniziato a sperimentare. Truccarmi era un modo di sentirmi vicina a lei. Negli anni, soprattutto al liceo, è diventato un mezzo d’espressione, insieme al vestiario e ai capelli sempre molto stravaganti. Questa passione è continuata fino all’università, quando poi ho deciso di intraprendere il percorso per diventare make-up artist. 

  • C’è un make-up a cui sei particolarmente legata, tra quelli che hai realizzato negli ultimi anni? Perché?  

Erika: Non ho un singolo make-up o look che preferisco rispetto ad altri. Sono molto autocritica nel mio lavoro. Da una parte questo mi sprona a migliorare sempre, dall’altra faccio molta fatica ad apprezzare i miei lavori. Mi capita di apprezzarli riguardandoli dopo tanto tempo, oppure di apprezzarli sul momento e poi cambiare idea. È una continua evoluzione e per adesso non ho ancora “il mio capolavoro”, ma ci sono delle esperienze che ricordo per l’arricchimento che mi hanno lasciato. La prima è stata una grande opportunità datami da Raul Ivaldi, docente MBA – Making Beauty Academy e grande maestro di trucco teatrale. Nel 2019 l’ho accompagnato in Oman (un paese lontanissimo di cui a momenti ignoravo l’esistenza!), per sostituire una collega come aggiunta trucco nell’opera lirica “Lakmé”. Sono stati dieci giorni indimenticabili, incredibilmente formativi, in un contesto difficile ma bello. Un viaggio che porto nel cuore. 

La seconda esperienza che mi è più cara è un piccolo progetto che ho realizzato nel periodo di gavetta in cui frequentavo MBA – Making Beauty Academy a Torino.  Mi aveva contattato un videomaker per realizzare un video musicale per un coro gospel nigeriano operativo in una chiesa di Torino. C’erano da truccare sette ragazze e due ragazzi, tutti in abiti da cerimonia. Ero entusiasta perché avevo finalmente modo di fare esperienza di make-up sulle pelli scure, cosa che non mi era capitato spesso di fare. Ero molto contenta, ma inizialmente ho incontrato una forte resistenza culturale. I coristi pensavano che una truccatrice bianca non sarebbe stata in grado di valorizzarli, erano molto scettici. Make-up dopo make-up, si sono ricreduti e si sono sciolti, si sono resi conto che – grazie alla conoscenze apprese in MBA – Making Beauty Academy – avevo le competenze e le capacità per farlo. Col passare delle ore sono stata accolta tra loro, ho giocato coi loro bambini. Alla fine, la matriarca è venuta da me e mi ha ringraziato, mi ha detto che avevo reso le loro figlie bellissime, con un lungo discorso in inglese che non ho mai dimenticato. Le sue parole mi sono servite e mi hanno dato forza in molti altri contesti fuori dalla mia comfort zone incontrati in futuro. Quello che conta non è solamente il lavoro in sé, ma riuscire a adattarsi al contesto. La tecnica si può imparare ma la differenza la fa il saper stare nel contesto. 

  • Che consiglio daresti a un giovane con la tua stessa passione? Quanto è importante avere una formazione professionale come quella di MBA? 

Erika: A un giovane con la mia stessa passione direi di provarci, assolutamente. So che non sempre se ne ha la possibilità, perché è un grande investimento in energia, tempo e soldi. Ma se la passione è tanto bruciante bisogna provarci. Per me è stato così, ho incontrato delle grandi resistenze da parte della mia famiglia. Infatti, ho iniziato a lavorare da amatoriale, solo dopo ho avuto modo di completare la mia formazione e ho visto una grande differenza. Ci sono dei colleghi, anche pietre miliari, che si sono formati da soli, ma è molto raro. Una formazione istituzionale ti dà un’altra preparazione. La scuola di trucco è una bella palestra tecnica, ma anche un modo per conoscere persone con il tuo stesso sogno e per ricevere i consigli dei professionisti non solo riguardo agli aspetti tecnici ma anche sanitari, per imparare l’approccio con il cliente e capire come stare in diversi contesti. Non sono cose che impari da solo. Puoi provarci ma brancoli nel buio e rischi di sbagliare e di bruciarti. Quando trucchiamo, non dipingiamo su una tela inerte ma su una persona, con tutte le sue complessità. Solo una scuola ti prepara per fare questo. Vorrei dire poi di non scoraggiarsi. Mi sono sentita ripetere per anni che era una carriera difficile, che il mercato era già troppo saturo. Le difficoltà ci sono state, ma le ho vissute come parte del percorso. Se il tuo amore è grande prima o poi qualcuno lo noterà, bisogna insistere. Un consiglio che posso dare è, soprattutto all’inizio della propria carriera, di fare tante esperienze, anche piccole, e prendere il meglio da ognuna di queste. Come dimostra la mia storia, anche dalle piccole esperienze si ricavano grandi lezioni, che poi serviranno nei contesti più grandi.  

Quella di Erika Truffelli è una storia di passione, perseveranza, talento e tanto duro lavoro. Se le parole di Erika ti sono state d’ispirazione, puoi cominciare la tua carriera nel make-up professionale con uno dei corsi di MBA – Making Beauty Academy. Ti aspettiamo! 

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